Welfare culturale

“La street art va in scena! Dalle ombre ai colori”

Il progetto dal titolo “La street art va in scena! Dalle ombre ai colori” è realizzato nell’ambito del progetto sul welfare culturale finanziato dalla regione Marche con risorse statali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Il progetto nasce dalla cooperazione e collaborazione tra cinque Enti del Terzo Settore presenti nella provincia di Pesaro e Urbino: l’Associazione Italiana Assistenza Spastici sez. di Pesaro e Urbino quale capofila, la Fondazione Noi: Domani e ODV Bracciaperte, presenti sul territorio di Pesaro, Associazione Premio Eleanor Worthington di Urbino e Associazione Omphalos Autismo&Famiglie di Fano.

Valore aggiunto di questo progetto è la messa in rete di realtà associative attive in diversi settori dell’intervento sociale territoriale che integrano i propri approcci, competenze e professionalità per realizzare molteplici attività di socializzazione, sensibilizzazione e partecipazione attiva rivolte all’intera comunità. Lo scambio tra realtà territoriali e cittadinanza è un elemento fondamentale per sviluppare e rinsaldare i legami sociali.

All’interno dell’obiettivo generale “Salute e benessere” le attività realizzate possono essere così riassunte:

Il laboratorio di teatro sociale che si è rivolto a tutti i 25 ospiti con disabilità grave e gravissima delle strutture semiresidenziale e residenziale gestite da AIAS. Si è attuato da maggio 2023 e concluso a dicembre 2023 con la messa in scena dello spettacolo finale.

 La regia è stata interamente curata da Giuliano Ferri il quale ha sviluppato il laboratorio teatrale in 8 fasi:

  1. FASE: La conoscenza

I partecipanti hanno incontrato il conduttore del laboratorio con la finalità di una conoscenza reciproca e del percorso che avrebbero affrontato. Questi primi incontri sono stati mediati da alcuni giochi teatrali.

  • FASE: La tematica dello spettacolo

Introduzione al tema dello spettacolo “Dal buio alla luce”, i partecipanti hanno avuto la possibilità di poter apportare il loro contributo secondo le loro possibilità.

Parallelamente sono stati svolti alcuni giochi teatrali.

  • FASE: La scoperta delle potenzialità del corpo

Attraverso alcuni giochi ed esercizi teatrali i partecipanti hanno esplorato tutte le possibilità che il loro corpo può avere per rendere espressivi i propri gesti.

  • FASE: La scoperta delle potenzialità della voce

Attraverso alcuni giochi ed esercizi teatrali i partecipanti hanno esplorato tutte le possibilità che la propria voce può avere per rendere espressiva ed efficace un’eventuale battuta di un copione.

  • FASE: Il ritmo e la musica

Attraverso la musica sono state esplorate tutte le possibilità offerte dal ritmo e dalla melodia per rendere più espressiva un’eventuale scena teatrale.

  • FASE: La distribuzione dei ruoli

Si è entrati nel vivo dello spettacolo consegnando, in base alla propria capacità di autodeterminarsi, l’assegnazione dei diversi ruoli tra i partecipanti e la bozza del copione. Si è iniziato a provare le diverse scene dello spettacolo.

  • FASE: Costumi scenici

Progettazione e assistenza alla realizzazione di scenografie, costumi e oggetti scenici.

Proseguimento delle prove dello spettacolo.

Programmazione e avvio delle prove generali dove i partecipanti hanno potuto comprendere con più facilità lo spettacolo in tutta la sua complessità.

  • FASE: Le prove generali e lo spettacolo

Proseguo delle prove generali con i copioni assegnati e prove con costumi di scena. Allestimento del Palco con le scenografie.

La realizzazione dei costumi di scena è stata interamente realizzata dall’Associazione Omphalos Autismo&Famiglie di Fano attraverso attività di bricolage a cui hanno partecipato 13 giovani ragazzi autistici che frequentano in orario pomeridiano il laboratorio “Batti 5”. I giovani autistici, affiancati da personale specializzato e volontari, e supportati dalle loro famiglie che beneficiano di un servizio di sollievo in quanto considerati i maggiori care giver, hanno interamente progettato e realizzato 35 costumi di scena (il cane, il cavallo, il lupo, il pavone, il polipo etc…) che sono stati indossati dagli attori/protagonisti disabili di AIAS, dal personale educativo/assistenziale e volontari. I costumi sono stati realizzati con materiali diversi, modellabili, versatili e colorati. Il laboratorio ha visto potenziare le capacità artistiche dei giovani con autismo che si sono messi in gioco già dalla creazione nei carta modelli. Inoltre, l’aver contribuito alla realizzazione dello spettacolo finale e l’esibizione al pubblico dei loro manufatti artistici è stato un importante riconoscimento dell’acquisizione di competenze al fine di promuovere percorsi di inclusione sociale e autonomia di soggetti in condizione di fragilità e svantaggio.

L’Associazione Bracciaperte ODV ha realizzato il laboratorio artistico con persone detenute all’interno del carcere. L’attività artistica è stata dedicata alla realizzazione dei pannelli che hanno costituito la scenografia dello spettacolo finale. I volontari dell’associazione hanno presentato alla Direzione del Carcere Circondariale di Pesaro la proposta progettuale e la volontà di operare con i detenuti. A seguito del consenso sono stati incontrati circa 30 detenuti a cui è stato esposto l’intero percorso progettuale. Il laboratorio, per una questione di sicurezza, si è realizzato con la partecipazione attiva di 20 detenuti i quali, insieme ai volontari dell’Associazione Bracciaperte, si sono dedicati alla progettazione, realizzazione delle bozze e rifinitura dei pannelli scenografici e alla costruzione del telaio di legno che è stato un importante ausilio di comunicazione durante lo spettacolo finale, acquisendo maggiori competenze tecniche (disegno libero, decorazione, pittura e lavorazione del legno). Il bisogno a cui si è tentato di dare risposta è la necessità di rafforzare i processi di inclusione sociale in condizione di fragilità e svantaggio per la promozione di una cultura dell’educazione inclusiva e dell’integrazione sociale.

All’interno dell’obiettivo generale “Città e comunità sostenibili” sono state agite azioni di promozione e sensibilizzazione sulla comunità allargata, rispetto ai temi di inclusione sociale e autonomia di persone a rischio marginalità.

L’associazione Premio Eleanor Worthington ha sviluppato una serie di eventi sul tema della disabilità. A cominciare dalla Grande Mostra realizzata ad Urbino dal titolo “Disabilità e trasformazione per una società inclusiva” in cui sono state esposti e promossi dei contributi artistici realizzati da studenti degli istituti d’arte sia in Italia, che in collegamento con l’Academy Birkenshaw (UK), e che ha visto la premiazione di una giovane studentessa del Liceo Artistico di Pesaro. Le opere sono state realizzate con l’utilizzo di varie tecniche della comunicazione visiva (ad esempio la pittura, la scultura, l’illustrazione, l’animazione, la grafica, l’incisione, l’oreficeria, la fotografia, il design, il lettering, i video, e le nuove tecnologie), anche con riferimento ad espressioni corporee come ad esempio il mimo, la lingua dei segni, le discipline sportive, il fitness, la danza.

La Grande Mostra ha permesso di dare visibilità e voce ai giovani studenti e di sensibilizzare la cittadinanza sui temi della disabilità raggiungendo così un vasto pubblico.

Un altro evento legato al tema della disabilità è stato l’attività di Cineforum. Il Cineforum si è realizzato con l’organizzazione di 3 incontri aperti all’intera cittadinanza, presso il Cinema Ducale di Urbino. Gli appuntamenti hanno previsto un primo momento di proiezione del film e, a seguire, un momento di dibattito sulle tematiche proposte dalla proiezione.

L’attività si è inserita nella mission che, dal 2009, l’Associazione persegue: trasformare la storia di una persona in esperienza collettiva, al fine di contribuire alla consapevolezza della problematica delle disabilità, soprattutto tra le persone giovani. Lo scopo è l’abbassamento delle barriere, a cui la società deve essere disposta in modo che le persone disabili possano vivere meglio.

Attraverso lo strumento artistico del film, il Cineforum diviene un’importante occasione per promuovere una cultura differente, basata sulla conoscenza reciproca, il dialogo e lo scambio di idee, contribuendo al rafforzamento dei legami sociali e alla promozione del bene comune.

Una ulteriore attività di sensibilizzazione è stata realizzata dalla Fondazione Noi:Domani.  Mettere in atto un cambiamento sulla percezione di un aspetto della società, è un obiettivo molto arduo da raggiungere. Farlo inoltre su un tema come quello dell’autonomia delle persone disabili, percepite spesso per la mancanza di abilità piuttosto che per le loro capacità, assume i contorni di una vera e propria sfida culturale.

La Fondazione, nell’attività quotidiana con i disabili sul territorio incontra molte persone, e si accorge spesso che coloro che non hanno una conoscenza diretta nell’approccio e nella costruzione di una relazione sono condizionate da preconcetti. Spesso sono portati a pensare che il disabile sia da accudire e compensare nelle proprie mancanze e non a valorizzarne le abilità per raggiungere obiettivi di autonomia che seppur sostenuta possono raggiungere livelli importanti.

Il contributo apportato si è realizzato attraverso un’azione di sensibilizzazione, di evoluzione e consapevolezza per restituire alla cittadinanza una visione concreta delle potenzialità delle persone disabili e ai loro familiari, mandando un messaggio di cognizione della situazione attuale che  possa spingere a inseguire traguardi possibili.

La campagna di sensibilizzazione è partita dall’esperienza accumulata negli anni dalla Fondazione Noi Domani e dai soggetti che ne sono soci, attraverso un percorso partecipato dai familiari, educatori e volontari, fatto di incontri fisici e a distanza, grazie alle nuove tecnologie e a strumenti idonei, che è stato esso stesso un momento di elaborazione e riflessione sul tema dell’autonomia.

In questo percorso, grazie alla collaborazione con soggetti che si sono occupati di comunicazione è stato individuato e condiviso il Claim della campagna e tutti gli aspetti di promozione culturale connessi alla campagna.

Il pubblico di riferimento potenziale per mettere in atto un cambiamento culturale è per sua natura molto ampio, per questo sono stati utilizzati più strumenti di comunicazione della campagna per arrivare alla cittadinanza e, per orientare la comunicazione su un pubblico prevalentemente giovane, sono stati utilizzati anche i social network.

Il percorso di riflessione e condivisione sulla tematica proposta, volto anche alla definizione del concept, è stata la prima azione del progetto e ha occupato i primi mesi con la raccolta di pensieri, idee, dubbi, paure ma anche confronti e discussioni.

La campagna vera e propria si è svolta successivamente attraverso un incontro tra volontari, operatori, familiari e persone interessate che hanno interagito tra loro dando vita ad un dibattito sul tema dell’autonomia delle persone disabili.

Al termine del progetto è stato realizzato un incontro/evento di chiusura, aperto anch’esso a tutta la cittadinanza, in cui si è riportato il percorso fatto, la cui sintesi sarà oggetto del futuro impegno della Fondazione Noi Domani.

Nei vari appuntamenti l’utilizzo di tecnologie e strumenti interattivi è stato fondamentale sia per coinvolgere negli incontri persone che non potevano esserci fisicamente ma anche per visualizzare subito, attraverso la trascrizione di quello che si è elaborato, gli interventi delle singole persone.

Per raggiungere un vasto pubblico all’interno della provincia di riferimento i lavori realizzati durante i laboratori in carcere saranno utilizzati in occasione di manifestazioni sul tema della promozione di una cultura positiva. Le esposizioni rappresentano un’occasione per raccontare alla cittadinanza le attività svolte all’interno del carcere e promuovere una cultura positiva, basata su principi di inclusione sociale e supporto a persone in condizione a rischio marginalità. In linea con ciò che Bracciaperte da anni realizza all’interno delle carceri, le esposizioni metteranno l’accento sull’importanza dell’inserimento socio-lavorativo di persone detenute, come forma di contrasto a condizioni di fragilità e svantaggio che rischiano di sfociare nella marginalizzazione delle persone.

L’obiettivo generale di “Istruzione e qualità” è stato finalizzato alla realizzazione di una serie di azioni sinergiche volte a promuovere e sviluppare una educazione inclusiva attraverso strumenti propri delle arti, con un potenziamento da un lato delle capacità dei beneficiari diretti e dall’altro, la promozione del protagonismo dei minori e dei giovani, quali agenti di cambiamento.

Fondamentale rilevanza è stata data all’inclusione poiché, all’interno del laboratorio teatrale, si sono realizzati degli incontri con due classi del Liceo Artistico Mengaroni di Pesaro, che hanno visto gli ospiti dell’AIAS “studenti per un giorno” insieme ad due classi dello stesso istituto, dove insieme hanno seguito le lezioni di una docente di discipline pittoriche sul tema della “street art”, una particolare forma di espressione dell’arte moderna, per conoscerne le origini e la storia fino ad oggi. La classe, insieme agli ospiti dell’AIAS, si è spostata a fine lezione davanti l’opera realizzata dai ragazzi del Liceo Mengaroni, dal titolo “Se bevo non guido!”, realizzata sul muro di una vecchia cabina elettrica in zona Porto, nella rotonda tra via Canale e via Morosini a Pesaro.

Inoltre, l’OdV Bracciaperte ha realizzato, durante la durata del progetto, degli incontri nelle scuole di sensibilizzazione e promozione del protagonismo dei giovani. Un’attività che da anni, le associazioni del territorio della Provincia di Pesaro, realizzano con la collaborazione del Centro Servizi Volontariato. L’attività all’interno delle scuole, mira a sviluppare territori inclusivi e sostenibili, caratterizzati da legami sociali al fine di creare reti di comunicazione e collaborazione tra luoghi e soggetti diversi. Gli incontri hanno l’obiettivo di creare spazi di confronto e crescita con persone giovani, attraverso la condivisione delle attività realizzate all’interno del carcere e la promozione di valori legati all’inclusione sociale di persone a rischio marginalità attraverso il lavoro. Generare il contatto e il confronto tra due mondi di fatto molto distanti, va nella direzione di promuovere la partecipazione e il protagonismo dei giovani attraverso possibili attività di volontariato.

Infine, l’evento finale con la realizzazione dello spettacolo teatrale è stato un’ulteriore occasione per sviluppare e rafforzare i legami sociali, ma anche di contrasto all’esclusione sociale intrecciando azioni realizzate con target diversi, in maniera diffusa all’interno dello stesso territorio. La giornata conclusiva ha visto infatti i partecipanti al laboratorio teatrale salire sul palco per la rappresentazione conclusiva permettendo loro di sperimentarsi davanti al pubblico composto dai loro familiari, alla presenza degli amministratori locali, comunali e regionali e alle associazioni partners. Attraverso le diverse capacità esplorate e potenziate durante il laboratorio teatrale, dunque, gli utenti sono stati protagonisti di uno spettacolo, mentre i loro compagni di avventura entro questo percorso, sono diventati gli artisti che hanno permesso l’intera realizzazione.

Ha sicuramente rappresentato un importante momento di restituzione alla cittadinanza dei risultati del progetto, con un intento di rafforzare l’azione di sensibilizzazione della cittadinanza attorno ai temi della disabilità e al disagio sociale.

Nell’intento di rafforzare la coesione all’interno degli spazi urbani, l’evento si è tenuto nella sede del PAC -Performing Arts Center-, un vibrante centro artistico situato nel cuore di Pesaro. Si evidenzia che, nel formulario progettuale era stato indicato il Teatro Sperimentale di Pesaro, con cui si erano presi accordi per la realizzazione dell’evento finale ma che, per problemi non legati alla nostra volontà ma per un eccezionale lavoro di efficientamento energetico, è stato chiuso dai primi di ottobre al 31 dicembre 2023. 

Pertanto, si è dovuti ricorrere ad uno spazio che permettesse di far salire sul palco i 25 attori protagonisti, che ricordiamo la maggior parte essere in carrozzina. Dopo una lunga ricerca delle locations situate in tutta la provincia di Pesaro si è giunti a conoscere questo piccolo teatro che ci ha accolti con entusiasmo.

A contorno e supporto dello spettacolo teatrale, l’evento finale ha visto l’allestimento di alcune opere della Grande Mostra con i manufatti raccolti attraverso le attività dell’Associazione Premio Eleanor Worthington.

L’evento finale, pensato come risultato ottenuto dalla sinergia tra le singole azioni realizzate all’interno dell’intero progetto e coordinate da diversi soggetti, ha risposto all’obiettivo specifico di sviluppare reti associative sul territorio, attraverso un rafforzamento della capacità di fronteggiare in maniera cooperativa un bisogno comune presente sul territorio.

Lo spettacolo è stato interamente ripreso e caricato sul canale YouTube. Questo il link per poterlo visionare:

In conclusione, il welfare culturale è stato il mezzo con cui attraversare lo spazio provinciale con contenuti rivolti alla sensibilizzazione di un ampio pubblico.

Un’interessante contingenza è stata il fatto che le attività del progetto si sono svolte nella Provincia di Pesaro e Urbino nominata Capitale italiana della Cultura per il 2024, dunque in un contesto che è molto ricettivo a una maggiore e specifica attenzione agli eventi culturali.

La molteplicità degli approcci all’intervento sociale che si sono intrecciati in questo percorso, riuniti sotto la scelta di utilizzare l’arte nelle sue molteplici sfaccettature e le tecniche del teatro sociale come fili conduttori dell’intero progetto, sono stati il veicolo attraverso cui raggiungere tutta la comunità dei territori di riferimento per contribuire alla coesione sociale e alla costruzione di comunità sostenibili per la realizzazione di una società inclusiva.

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